Programma 2016 di Associazione culturale Compagnia il Melograno - Teatro delle Condizioni Avverse

Attività inserita nell'art. 45 e suddivisa per obiettivi (A, C)

Obiettivo A

Il Progetto prevede l'ospitalità di 3 formazioni: la compagnia di circo-teatro Teatro Alchemico di Rieti, le artiste di teatro-danza Chiara Pacioni e Silvia Franci e le artiste Lidia Di Girolamo e Diletta Brancatelli, artiste singole associate.
Al termine del percorso creativo e di produzione le compagnie e gli attori porteranno in scena il loro spettacolo per tutta la popolazione, in questo modo si favorirà la consapevolezza del legame tra la produzione artistica ed il patrimonio culturale del territorio in cui l'opera è prodotta.
Inoltre la restituzione al territorio è utile per favorire l'incremento della funzione dello spettacolo dal vivo anche come aggregatore sociale.
Tre Compagnie avranno la possibilità di mostrare il lavoro svolto, al termine dei 20 giorni di residenza presso alcune delle residenze partner: Il Teatro delle Forche (Puglia) e Teatri Associati Napoli (Campania).

Breve descrizione dei singoli progetti delle compagnie in residenza

  • ANARMIA. Progetto di distruzione del proprio giardino incantato
    di Lidia Di Girolamo e Diletta Brancatelli (artiste singole associate)

In un’irreale e colorata discarica stracolma di pupazzi, vestiti, cappelli dall’aria militare o bucolica, insomma oggetti inusuali e/o inutili, si assiste al risveglio di uno strano personaggio, quasi un vagabondo musicale che intona alcune note per dare inizio all’emergere di due figure che vivono e si nutrono in e di questo giardino di cianfrusaglie: due figure umane che al principio intendono sentirsi omologate tra di loro perché viventi nella stessa condizione umana ma che nel corso dello spettacolo si trasformeranno in vittima e carnefice, padrone e servo, “in” e “out”, “cosa è giusto che io faccia secondo gli altri” e “cosa è giusto per me”. Continuare a vivere nella discarica incantata del quieto vivere o liberarla da tutto quello che ci è sempre convenuto e trasformarlo in qualcosa che sentiamo di tenere?
Continuare a coltivare un giardino - che ha tutto l’aspetto di una discarica - dove si continua a “coltivare” o accumulare oggetti, pensieri, doveri sociali, formalità e abitudini o trasformare il giardino in un prato o per meglio dire un maggior spazio vitale, libero da meccanismi umani contorti e pratiche politiche corrotte ed usuali? Questa eterna riflessione personale si rivolge inevitabilmente ad un piano politico: partendo da spunti filosofici (Stirner, Malatesta, Bakunin) e letterari, in particolare, “Il banchiere anarchico” di Pessoa fino ad arrivare a tre reali accadimenti: la storia di un partigiano anarchico e i suoi migliaia di volantini scritti a mano, la storia di un musicista e i suoi strumenti usati come “armi” poetiche negli ambigui anni 80, la storia di un giovane anarchico dei giorni nostri. Tali elementi stimolanti il connubio di ricerca della danza - partendo da una gestualità convenzionata e che si trasformerà in un linguaggio non più riconoscibile e distorto - e della musica dal vivo - attraverso improvvisazioni si lavorerà per trasformare il linguaggio gestuale abitudinale in un linguaggio suggestivo e personale - tentano di trovare insieme il proprio modo per staccarsene e andare incontro alla propria libertà, responsabilizzandola. In uno spazio scenico ricolmo di oggetti, s’intenderà pensare ad un disegno luci basato sull’uso di illuminazione quasi trovata per caso e raccattata sul momento: candele, torce, fili di lucine, sempre sull’idea di uno spazio ricolmo di oggetti a caso come di luci messe lì a caso.

  • Musica da Camera (primo studio)
    di Chiara Pacioni e Silvia Franci (teatro-danza)

Quanti suoni e rumori percepiamo ogni giorno, anche al di sotto della soglia della coscienza? Come ci influenzano? Tutti noi viviamo immersi in un ambiente sonoro molteplice e in continuo cambiamento. Oltre a ciò che è pensato per essere ascoltato, la musica, l'orecchio umano può percepire al tempo stesso: i suoni interni al corpo (il cuore che batte, il proprio respiro, persino il suono del sangue che circola...); quelli innumerevoli prodotti dal corpo (il rumore dei passi, lo stropicciare un foglio, uno starnuto, il battere le mani...); quelli praticamente infiniti provenienti dall'esterno, che siano naturali (le voci degli altri, il miagolio di un gatto, il rumore del vento, del mare, della pioggia....) o artificiali (il tic tac dell'orologio, un treno che passa, un bicchiere che si rompe...). Per limitare la straordinaria complessità di questo paesaggio acustico, in Musica da Camera abbiamo per adesso individuato uno spazio e un tempo precisi: la camera da letto nel particolare momento del risveglio. Così una coscienza semi addormentata reagisce ai suoni familiari e quotidiani del proprio ambiente domestico. Questa danza del dormiveglia salta direttamente da una qualità all'altra, giocando con le diverse impronte sonore e ritmiche, in relazione ai suoni che l'orecchio seleziona o che ricorda di avere ascoltato o che immagina di sentire. Ci affidiamo alla collaborazione di un musicista/sound designer per restituire e sintetizzare il tappeto sonoro di riferimento, lavorando insieme alla sua costruzione, affinché la performance nasca dal dialogo e l'integrazione dei due codici presenti: movimento e suono. Lo scopo è anche quello di far slittare il caotico susseguirsi di rumori casuali verso una composizione armonica, attraverso la creazione di una struttura frutto di una scelta estetica.

  • Pinocchio nel cassetto
    di Teatro Alchemico (circo-teatro)

La ricerca della metafora nascosta nella radice del racconto, il training dell’attore di circo col suo bagaglio di tecniche appartenenti al circo contemporaneo, la danza, la musica, l’espressiva improvvisazione durante il processo creativo, segreto e nascosto ma capace di aprirsi, daranno vita a “Pinocchio nel cassetto” della compagnia Teatro Alchemico che sta sempre più conformandosi, come nelle più tradizionali famiglie d’arte, una compagnia composta da attori che hanno un legame di sangue.  “Pinocchio nel cassetto” è un progetto di creazione di uno spettacolo per tutte le età, che ha l’intento di unire il famoso testo di Collodi con le tecniche del circo e dei pupazzi, senza dimenticare la valenza psicologica e archetipica presente nella storia del burattino di legno e del suo autore. Attraverso la musica che emerge da oggetti dimenticati, si narra da dentro un comodino, oggetto scenico e drammatico, che può caricarsi di infiniti contenuti onirici, la porta di passaggio al mondo dei sogni dove l’equilibrio non esiste più ma diventa, attraverso l’acrobatica e il circo, disequilibrio danzante. Ed ecco che il paese dei balocchi assume la dimensione di un tendone senza antenne, sotto il quale si muovono clown e giocolieri, trasformando Pinocchio in un grande asino d’ispirazione felliniana, senza dimenticare Apuleio e le sue metamorfosi. La costruzione di “Pinocchio nel cassetto”, portata avanti da due attori e dal loro figlio, è aperta alla gente del territorio, un lavoro a porte aperte dove in qualunque momento si può entrare nel luogo dove si sta componendo. Un momento di confronto importante dove attori e territorio i incontrano. Ma non solo. Anche gli attori andranno a far visita ai paesani presso le loro case e i loro luoghi di incontro, per chiedere chi siano Pinocchio, Geppetto, Mastro Ciliegia, la Balena o il Grillo Parlante, e dove li incontrano, come ad onorare una tradizione arcaica di preghiera al Genius Loci. 

Obiettivo C

Il  progetto prevede  attività da sviluppare in 4 comuni diversi per facilitare lo sviluppo e il consolidamento dello spettacolo dal vivo nel territorio, favorendo la coesione tra i cittadini di diversa estrazione sociale e coinvolgendo gli artisti in residenza. A tal fine saranno organizzati incontri, laboratori, prove aperte, dimostrazioni di lavoro, performance negli spazi urbani ed all’interno delle case degli abitanti dei paesi coinvolti. Le attività saranno rivolte alla popolazione tutta, con particolare attenzione alle giovani generazioni, grazie al coinvolgimento di alcuni istituti scolastici del territorio, ed alle categorie più a rischio di emarginazione come anziani, persone disabili e migranti, grazie al coinvolgimenti degli utenti delle case di riposo, dei centri diurni e del centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo.  

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ultima modifica 2016-12-20T12:43:00+01:00
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