Claudio Larena in residenza all'Arboreto con ERetici

L'8 settembre prova aperta al pubblico dello spettacolo "Lena"

Proseguirà fino al 10 Settembre 2022 la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di Claudio Larena. Il progetto è stato selezionato dalla Chiamata Pubblica ERetici. Le strade dei teatri, percorso di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico  per giovani artisti under 28 del panorama nazionale – terza edizione. In questo quarto periodo di residenza il tutoraggio è a cura di Gerardo Guccini e di Mariella Celia. L’8 settembre ci sarà la prova aperta al pubblico del lavoro.

Lena
di e con Claudio Larena
collaborazione tecnica e realizzazione scenica:  Francesco Tasselli, Andrea Lopez (Drogheria Rebelot)
Performer in definizione
Accompagnamento e consulenza artistica Giovanni Onorato, Chiara Corradini
Ringraziamenti: Viola Carinci, Mario Russo, Teodora Grano, Olimpia Pierucci e i Custodi delle Residenze

Il progetto

Tempo fa, me lo ricordo benissimo, ero seduto ad un bar ed ho pensato “Madonna che belle le Altalene”.
Pensa che bello poterle vedere ed essere rapiti dalla visione di questo oggetto che con il suo semplice moto diventa protagonista di uno spazio, di un luogo, di uno o più racconti. Lei sola, forse frontale forse orizzontale che oscilla, con i suoi tempi e con il suo respiro.
L’idea e la sua immagine morirono lì, in quel bar. Un anno dopo mi torna in mente, ma in questo caso oltre a sospendermi nell’idea di questo pendolo continuo, mi chiedo:
Ma L’altalena, da dove viene? Chi l’ha inventata? Perché è in tutti i nostri parchi?

Scopro un libro, mi si spalanca davanti un universo.
Un Medico-Chirurgo, operatore per le Nazioni Unite e docente di Diritto alla cooperazione internazionale di sviluppo, di nome Raffaele K. Salinari decide di fondere alcune delle sue molteplici conoscenze per dar vita ad una indagine sul mondo nascosto dietro questo oggetto che chiamiamo Altalena. Salinari entra dentro culture e periodi storici diversi e scova la presenza e l’importanza dell’altalena in ognuno dei nuclei che tocca: Nella Grande Dea, Nei Greci, Nelle Tarantelle, Nel Gioco… Perché infondo di un gioco si parla. Ma quando ho pensato per la prima volta che questo gioco sarebbe potuto essere protagonista di un fatto scenico non immaginavo di certo il racconto o l’interpretazione di un saggio o di un trattato sullo stesso, come continuo a non farlo né a volerlo fare.
Quindi ringrazio Salinari, chiudo il libro, mi risiedo e la rivedo, la ripenso: la mia di altalena.
Ci vedo la sconfinatezza, l’erotismo, un orgasmo, l’abbandono, la striscia gialla e rossa con su scritto polizia municipale che allude a lavori in corso che probabilmente non si faranno mai, un parco pubblico, una fila che non vuole essere rispettata e quindi si litiga, ma litigare è divertente e imparare a litigare e a fare la fila per salire sull’altalena è importante, ci vedo un padre che la costruisce, una coppia che ci si unisce, ci vedo il circo, le acrobazie su un’altalena-trapezio, due genitori che la spingono annoiati e che si sentono deresponsabilizzati in quel momento dalla loro attività genitoriale senza rendersi conto che il figlio dondolante è nel pieno di un esperienza mistica, vedo un oggetto che pur attraversando sempre la stessa traiettoria può arrivare molto più in là di quanto quelle catene gli permettono e che può essere altro, arrivare ad altro, raccontare altro pur partendo e ruotando sempre attorno allo stesso oggetto.

Vorrei avviare un processo di ricerca e di scrittura scenica che parte dal semplice dondolio altalenante, scoprire come queste suggestioni possono esistere dentro quella dimensione di trance e di smarrimento, due stati che ciclicamente andiamo sempre ricercando e che se non troviamo nell’altalena li cerchiamo in altro. Ma in quell’altro esisterà comunque il concetto di altalena perché è da lì che viene la nostra necessità di sospensione dalla razionalità, perché è da quando abbiamo un anno che ci dondoliamo vedendo il Sole avvicinarsi e poi allontanarsi e capire che viviamo in uno spazio tridimensionale che solo grazie a quell’attività possiamo attraversare in modo semicircolare e sarà grazie a questo semicerchio che comprenderemo di vivere in un mondo che funziona grazie alle contraddizioni, perché appena raggiungo il punto massimo del mio ragionamento oscillante, la gravità mi riporterà indietro costringendomi a rimettere tutto in discussione. Claudio Larena

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ultima modifica 2022-09-06T11:48:36+01:00
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