HeartH: un sostegno ai piccoli teatri napoletani ideato da Teatri Associati di Napoli e Interno 5

Il progetto sostenuto dal Comune di Napoli mette in rete spazi e compagnie per una residenza diffusa

Sono stati selezionati i progetti artistici che prenderanno vita sui palcoscenici dei piccoli teatri territoriali della città. HeartH - ecosystem of arts and theater è il progetto sostenuto dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli è ideato da Teatri Associati di Napoli e Interno 5.

Non hanno nessun Fus, nessun ristoro, ma posseggono in alcuni casi un’esperienza pluridecennale, grandissima energia, creatività e valore artistico. Sono i piccoli teatri napoletani come: Il Pozzo e il Pendolo, Nuovo Teatro Sanità, Teatro Area Nord, Teatro dei Piccoli/I Teatrini, Teatro Elicantropo, Teatro Nest, Teatro Sancarluccio, Teatro Serra, Teatro Tram, Teatro Troisi. Sono questi i teatri protagonisti di HeartH - ecosystem of arts and theater, progetto, basato sul mutuo soccorso dei teatri alle compagnie senza casa, delle compagnie ai teatri senza spettacoli, delle realtà piccole senza fondi che è riuscito a creare, come annunciato già dal titolo, un ecosistema di contenuti e di spazi culturali vivi.

Una commissione composta dai direttori artistici dei teatri coinvolti ha scelto infatti i progetti artistici da realizzare nell'ambito del progetto. Dodici spettacoli per dieci piccoli teatri, diretti e interpretati da dodici soggetti/compagnie che non hanno beneficiato precedentemente del FUS– Fondo Unico dello Spettacolo -, o da contributi regionali che spaziano tra teatro, teatro per l’infanzia e danza. L’impegno richiesto a fronte del ristoro economico, è che ogni produzione fosse composta da almeno 4 elementi tra tecnici e artisti che saranno inquadrati per 20 giornate di prova alla paga minima sindacale, in questo modo circa 100 persone potranno svolgere la loro attività.

Le compagnie che hanno vinto il Bando proposto da Interno 5 e Teatri Associati: Altrosguardo, Collettivo Lunazione, Cornelia/Sleeping, Compagnia Dance Factopry, Funa/Modalità Aereo, Gli alberi di Canto – The Beggars' Theatre, Il teatro nel baule, I Pesci, Le streghe del Palco, Muricena Teatro, Primo Aiuto – Libera Imago.

Dal 20 gennaio al 15 febbraio 2021, le 12 compagnie saranno ospitate dai 10 teatri per una residenza artistica diffusa finalizzata a realizzare insieme degli spettacoli da mettere in scena appena la regressione della pandemia lo consentirà. Per ora teatri e compagnie saranno insieme per resistere e guardare al futuro in un progetto concreto che valorizza spazi, saperi, professionalità.

Ecco le compagnie e gli spettacoli selezionati:

  • ALTROSGUARDO/OLTRAGGIO AL PUDORE - di e con Antonello Cossia,
  • COLLETTIVO LUNAZIONE/LA MISURA - regia Eduardo Di Pietro,
  • CORNELIA/SLEEPING BEAUTY WORK BITCH - regia e coreografia Nyko Piscopo,
  • COMPAGNIA DANCE FACTORY/UNA STORIA DI HUMOR - regia Luigi Cesarano,
  • FUNA/MODALITA’ AEREO - FAVOLE SENZA FILI - ideazione e regia Marianna Moccia,
  • GLI ALBERI DI CANTO - THE BEGGARS’THEATRE/GIORNI INFELICI PER RE LEAR - regia, drammaturgia e musiche Mariano Bauduin,
  • IL TEATRO NEL BAULE/ANCHE I CANI HANNO UN’ADOLESCENZA DIFFICILE - regia Sebastiano Coticelli e Simona Di Maio,
  • I PESCI /UNDERGROUND - regia Fiorenzo Madonna,
  • LE SCIMMIE/MERIDIANI - regia Chiarastella Sorrentino,
  • LE STREGHE DEL PALCO/ GELO – regia e drammaturgia Domenico Ingenito,
  • MURICENA TEATRO/DIVENTA – RE – drammaturgia e regia Marianita Carfora e Raffaele Parisi,
  • PRIMO AIUTO - LIBEARAIMAGO/BOCCACCIO SUITE - regia Roberto Ingenito.

“(H)EARTH è un progetto che nasce dalla necessità di considerare l’arte e la cultura in generale come il cuore pulsante del nostro universo e dunque servizio essenziale per il benessere del nostro Paese – scrivono i direttori artistici del progetto Hilenia De Falco e Lello Serao-, riconoscendo loro, dunque, un valore etico, morale ed economico. Compito della cultura, in una fase storica come quella che stiamo attraversando, non può che essere – dopo aver ratificato ed analizzato la fine dell’epoca precedente – immaginare, articolare e costruire l’epoca nuova. La cultura è il telaio, la struttura fondamentale di progettazione del presente e del futuro. Il punto chiave è evidentemente la tematizzazione di un disagio collettivo: la trasformazione di un malessere, di una condizione potenzialmente ed effettivamente paralizzante, in un punto di vista interessante sulle cose, consente di liberare le energie più creative di un territorio, di un’epoca. Ed è esattamente ciò che è accaduto in questo periodo: sono nati tantissimi focolai di pensiero e di condivisione, abbracci virtuali e tavoli politici dove è emersa forte l’esigenza di non lasciare nessuno per strada. Il grido che si leva poderoso non è tanto ce la faremo, ma speriamo di essere tutti. (…)

È importante in questo momento porsi il problema di come ricostruire una collettività. Siamo in un momento straordinario, un momento di grande difficoltà in cui questo tornado si è abbattuto in maniera omogenea su tutti noi, ma purtroppo, come avviene in tutte le catastrofi, si sono moltiplicate le diseguaglianze e mentre i “grossi” hanno traballato, i più fragili sono morti o rischiano di cadere. (H)EARTH nasce proprio da questa ferita, questo blocco, questa sofferenza, questa consapevolezzadi dover trovare un modo per ripartire con una rigenerazione necessaria dopo la “riabilitazione” forzata e con l’obiettivo di cercare di immaginare un cambiamento sostanziale di sistema grazie ad una progettazione congiunta che parta dal basso, dunque, dalle esigenze dei lavoratori dello spettacolo con le piccole imprese. Immaginare un modello virtuoso capace di far emergere le buone pratiche e renderle sistema ed una maniera per tenere in vita luoghi e persone. Mai come in questo momento è fondamentale prendersi cura dei più fragili a costo di dover rinunciare a qualche fetta della propria torta. Se non facciamo attenzione a questa fase importante di “ripresa” potremmo rischiare di perdere pezzi indispensabili e preziosi per strada. (…)

Di qui la necessità di un progetto emergenziale, ossia un intervento che vuole rappresentare un sostegno rapido e immediato a un segmento tutt’altro che residuale del tessuto culturale e sociale del nostro territorio, che si trova in questo momento in condizione di maggiore fragilità rispetto ad altri comparti. È infatti rivolto a quelle realtà che rappresentano, sul piano culturale e civico, dei presidi territoriali fondamentali, centri culturali e civici che saranno una risorsa fondamentale per la ricostruzione di relazioni fra i cittadini a emergenza, se non superata, quanto meno attenuata o gestita. Ciò che immaginiamo in una prospettiva a lungo termine, è la creazione di un “luogo” di emancipazione creativa e di condivisione di buone pratiche con l’obiettivo di mettere in circolo nuove energie produttive per rinnovare e rigenerare un sistema teatrale spesso immobile e impermeabile alle innovazioni”.

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ultima modifica 2021-01-25T17:09:54+02:00
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