In generale, il progetto ha come obiettivo fondante quello di continuare nel lavoro di creazione di un ambiente propizio all’ormai indispensabile cambiamento generazionale nell’ambito del teatro e delle arti performative. Sostenere gli artisti emergenti, dunque, ma anche dare piena dignità a nuovi modi di pensare e fare teatro. Si aggiunge a questo, la volontà di innestare su questo percorso una linea artistica che tenta di restituire la cultura attraverso linguaggi ed esperienze differenti. Il progetto vuole essere veicolo di un linguaggio quanto più esaustivo ed adatto a ogni forma di fruizione, aprendo un dialogo tra le arti con l’intuizione di raccogliere urgenze artistiche sia sul piano locale-regionale che a livello nazionale, abbracciando unitariamente più discipline. Una proposta, dunque, che contiene tutte le numerose componenti che catturano l’attenzione dello spettatore offrendo un’occasione importante di visibilità a giovani compagnie mai giunte a queste latitudini ma pronte a far sentire la loro eco nel panorama nazionale e nello stesso tempo volta a proseguire nel lavoro di costruzione di un pubblico di qualità, nella sua formazione , nell’acquisizione di strumenti critici, consapevolezze e curiosità intellettuali che Primavera dei Teatri, soggetto proponente, svolge da 25 anni. L’obiettivo principale resta comunque quello della creazione di opportunità di confronto per gli artisti e addetti ai lavori regionali con quanto accade sulle scene nazionali e internazionali, in una regione tagliata fuori dalla rete distributiva, specie nel settore contemporaneo con la possibilità per le compagnie locali non solo di dare uno sguardo a quanto avviene nel settore contemporaneo, ma anche di produrre spettacoli sostenuti sia economicamente che artisticamente, al fine di attivare collaborazioni che favoriscano la reciproca conoscenza e quindi la circuitazione dei lavori. L’azione di selezione ha concentrato la sua attenzione sulla nuova generazione teatrale, su un teatro che adotta mezzi e cifre stilistiche per parlare di/al contemporaneo. Una scelta che punta su giovani realtà artistiche calabresi e sui loro ambiziosi progetti che accolgono la tradizione per svelarla in prospettive nuove.
Siamo all’alba di un aldilà di non si sa quando. Ponendosi come sfondo lo spazio di un’attesa postuma, il lavoro esplora estetiche al confine tra linguaggio figurativo, performance e prosa, muovendosi all’interno di una drammaturgia non lineare in cui tre entità condividono uno spazio di archeologia glamour.
Maria Luigia Gioffrè è un’artista transdisciplinare che integra il teatro, la performance, l’arte visiva, le pratiche curatoriali e la scrittura poetica. Come performer ha preso parte di progetti di varia natura tra cui: Biennale di Venezia, Biennale College Danza 2016; Block Universe Festival per la performance di “5:100 Young In Hong” presso Royal Academy of Arts, Londra.
Di Maria Luigia Gioffrè
Con Ylenya Giovanna Cammisa, Anna Carrapetta, Chiara Serafini
Disegno e cura del suono: Davide Vizio, Beatrice Zanin
Altri contributi sonori: Eleonora Pisati
Disegno Luci: Filippo Stabile
Styling: Anna Carrapetta, Clarissa Falco
Sostegno di residenza: BASE Milano.
Nello sua forma di studio, After Party è stato spettacolo finalista Regia Under 35, Biennale di Venezia, Biennale Teatro 2023
“I pianti e i lamenti dei pesci fossili” è uno spettacolo che nasce da una pratica di ricerca collettiva di Annamaria Ajmone (danzatrice e performer ), Stella Succi (ricercatrice), Natalia Trejbalovà (artista visiva) e Veza Fernandez (danzatrice e performer). A partire da una riflessione sul fossile come dispositivo poetico che connette organico e inorganico, passato e futuro, e attraverso il lavoro coreografico sulla pelle e sulla voce, lo spettacolo si interroga su come abbracciare le potenzialità cognitive e percettive del corpo che si aprono nella relazione con altri corpi e altri materiali.
Annamaria Ajmone è danzatrice. Nella sua ricerca, che include diversi formati e incontri, il corpo è materia mutevole. Organizza Nobody’s Indiscipline, piattaforma di scambio di pratiche tra artisti. È artista associata di Triennale Milano Teatro 2021-24.
Danza e Voce Annamaria Ajmone e Veza Fernandez
Set, immagini Natália Trejbalová
Ricerca, collaborazione drammaturgica Stella Succi
Costumi Fabio Quaranta
Disegno luci Elena Vastano
Produzione Associazione L’altra
Coproduzione: FOG Triennale Milano Performing Arts, Fondazione del Teatro Grande di
Brescia, Fondazione I Teatri Reggio Emilia \ Festival Aperto, Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni, Residenze Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 – 2024; Lavanderia a Vapore; Primavera dei Teatri; Triennale Milano; NAOcrea Ariella Vidach. Compagnia finanziata da MiC – Ministero della cultura.
“Anche le città credono d’essere opera della mente o del caso, ma né l’una né l’altro bastano a tener su le loro mura. D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda.” Italo Calvino. In che modo la forma delle nostre città incide sui nostri comportamenti? In che modo i nostri stati d’animo si manifestano sulla forma delle nostre città? Può ammalarsi una città? Grazie alle testimonianze di bambini dai 6 agli 11 anni e di anziani che vivono nelle Case di Riposo, “7 o 77” vuole esplorare il legame tra identità e luogo.
Mauro Lamanna, regista, attore e autore. Nel cinema da anni collabora con produzioni internazionali e premi Oscar. Per il teatro, la sua ultima performance “Real Heroes” è stata ospitata da prestigiose realtà in Cile, Argentina, Uruguay, Grecia, Spagna e Italia.
Scritto e diretto da Mauro Lamanna
Partendo da una riflessione sulla vanitas come genere pittorico, il processo creativo riflette su come l’iconografia della vanità si declini nel contemporaneo. Il lavoro è pensato come una partitura multimediale che coinvolge tre performer, i quali realizzano live con una videocamera una serie di video che vengono proiettati. Le azioni filmate interagiscono con l’azione dal vivo componendo e disfacendo una serie di immagini in cui echi di forme ed iconografie del passato interagiscono con i meccanismi di auto-fiction e di costruzione identitaria dei social network.
Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini sono danzatori e coreografi basati in Italia. Collaborano singolarmente con diverse realtà internazionali italiane ed estere. Con i loro progetti individuali hanno ottenuto sostegni e ospitalità da parte di importanti circuiti regionali, italiani ed europei, mediante coproduzioni e residenze coreografiche con circuitazione nazionale e internazionale. I loro lavori sono stati presentati in numerosi festival in Italia e all’estero. Con il progetto collettivo Vanitas inaugurano la loro collaborazione riflettendo in particolare sul tema della politica delle immagini in relazione al corpo che danza.
Un progetto collettivo di Giovanfrancesco Giannini, Roberta Racis e Fabio Novembrini
Produzione: Körper Centro Nazionale di Produzione della Danza in coproduzione con Santarcangelo Festival