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Tra mare e rocce di Carloforte una performance da brividi residenza rizomi 2024 | recensione di Raffaella Venturi
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Tra mare e rocce di Carloforte una performance da brividi

Rizomi 2024

Unione Sarda 15 settembre 2024

Recensione di Raffaella Venturi

Anche Pina Bausch avrebbe applaudito, certamente. Il suo lascito nella danza contemporanea, quando è metabolizzato da danzatori-acrobati, è palpabile. Venerdì il maestrale, a Carloforte, era impetuoso, come il mare. Eppure, alle 19, nello scenario metafisico della Conca è andata in scena “Diaspri”, una performance da brividi, oltre quelli del vento e degli schianti delle onde sulle rocce. Spettacolo per pochi (per questioni di sicurezza), con Matteo Gallus al violino; di “Diaspri” resta un documento formidabile, il video prodotto e montato da Francesco Rosso e presentato ieri sera, a La Bottega, il piccolo teatro base dei Botti du Shcoggiu, che proprio quest’anno hanno celebrato i trent’anni di proposte teatrali e culturali tout court sempre sull’”isola dell’isola della penisola”. Resta quel video a testimoniare l’esito della residenza che Elisa Melis e Nicola Cisternino hanno condotto per due settimane a Carloforte, all’interno del progetto “Rizomi”, promosso da Simonetta Pusceddu (con il Comune di Carloforte e il supporto logistico organizzativo dei Botti), che alla danza dedica da sempre una passione sfrenata, con rassegne di grande importanza come “Corto in danza” e “Rizomi”, che guarda «alle specificità del luogo con cui far dialogare gli artisti e produrre il proprio progetto consapevoli delle peculiarità di un territorio ideale, lontano dal mondo, un luogo contenitore di segreti, misteri, storie antiche tramandate oralmente, bellezze naturalistiche, beni materiali e immateriali di cui Carloforte è ricca», come puntualizza. Per questo Elisa Melis e Nicola Cisternino si sono messi per tutto il periodo di residenza all’ascolto delle rocce di quell’anfiteatro naturale che è la Conca (lo stesso luogo dove, 29 anni fa, moriva annegato Sergio Atzeni; ma quella è un’altra storia, un’altra memoria che le rocce custodiscono tramutata in tesoro). Di quelle rocce ne hanno indagato le nervature, quelle di diaspro e quelle di silicio, hanno immaginato di transustanziarsi in pietra anch’essi, generando una danza che era, insieme, metafora di amplesso, fra loro ma anche con gli elementi naturali, dai quali sembravano, a loro volta, generati. Una delle ultime sere di prove, i due danzatori, tornando alla loro auto, hanno trovato un biglietto: era di un turista, che li ringraziava per avere assistito a una cosa straordinaria, per avergli regalato il giorno più bello della sua vacanza. Gli stessi sentimenti devono avere attraversato il pubblico venerdì, nel climax di una coreografia che culminava in tuffi dalle alte vette della piscina centrale della Conca, riparata dalla burrasca, ma neanche tanto. Tuffi e rotazioni nella gelida acqua, rincorse lente arrampicati su per le rocce (Elisa Melis è anche insegnante di arrampicata a Sa Avanzada, a Cagliari), un prendersi e ritornare ai flutti, in una trasformazione continua che da un’esamine Ofelia, nel suo drappo rosso galleggiante, portava Melis ad apparire come una divinità del luogo, vera forza della natura, in rapporto dolcemente paritario col suo compagno di magia.     

Pubblicato il 28 Ottobre 2024, da Rizomi